Thor: Love and Thunder | Recensione

Thor: Love&Thunder

Ma come diavolo ci siamo finiti a Thor: Love&Thunder? L’ultimo lavoro di Taika Waititi si candida come il punto più basso finora raggiunto dalla Marvel, e probabilmente anche della mia vita dopo i titoli di coda. Sono passati anni luce dal Thor di Kenneth Brannagh in cui c’era un giovane Chris Hermsworth alle prese con Shakespeare. Sebbene fosse un film discreto nell’esecuzione e nella scrittura (sempre di Mcu parliamo eh), tuttavia il primo Thor faceva uso di una giusta messa in scena, un’alchimia di pathos che ben si amalgamava all’epica norrena. Probabilmente rimane il migliore della saga. Senonché con il trascorrere del tempo è accaduto qualcosa: Thor è diventato un cretino. Non so cosa sia successo, non so perché e come sia diventato il protagonista del Benny Hills Show, ma resta il fatto che Love&Thunder sia la definitiva caduta a suon di scoregge del Dio del Tuono.

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In Love and Thunder Taika Waititi cambia i connotati dell’Mcu prediligendo e sovraccaricando l’aspetto comedy su tutto il resto, più di quanto la Marvel finora ci abbia abituati con altre opere simili. Un cambio di prospettiva che sulla carta avrebbe anche potuto funzionare se solo Waititi non avesse buttato tutto in vacca mediante una sana dose di comicità che fa ridere solo lui e una platea di bambini/bamboccioni hipster. Love&Thunder è un insopportabile scoreggia in faccia ogni qualvolta che qualcuno apre bocca, in particolare quando è il turno di un tizio in abito da carnevale blu/rosso sgargiante, difatti questo Thor è l’equivalente del clown da circo, l’utile idiota dal box office family friendly.

Spiace perché in realtà Love&Thunder dispone anche di alcuni spunti interessanti sul rapporto tra uomo e divinità, riflessioni che tra l’altro poggiano sulle spalle di un impeccabile Christian Bale nei panni di Gorr il macellatore degli Dei, indubbiamente il personaggio migliore dell’intera baracca, e forse uno dei villain più riusciti dell’intero Mcu. Oltretutto non mancano istanti visivamente epici come la battaglia nel pianeta no-technicolor. Peccato che i momenti migliori vengano sempre interrotti da un rutto perpetuo, utilizzato come intercalare tra una scena e l’altra fino ai titoli di coda. Non c’è spazio per riflettere su quello che accade sullo schermo, e nemmeno per digerire una battuta scema, no.

Thor: Love&Thunder

Quando sbagli film

Thor: Love&Thunder porta a casa un risultato che sul piano della scrittura non solo fa a pugni con chi possiede un diploma di maturità, ma sbatte anche contro l’MCU come universo sì di fantasia, ma con una sua plausibilità circostanziale.

Per oggi è tutto, il cinepanettone è servito.

Ps: LE CAPRE NON FANNO RIDERE! NO!