Crater | Recensione

Un po’ I Goonies, un po’ Stand by Me, e un po’ qualsiasi teen-movie 80’s. Crater è il nuovo film prodotto dagli stessi creatori di Stranger Things, dunque gente che sa il fatto suo in fatto di intrattenimento per giovincelli. Crater guarda al passato e lo risputa in chiave moderna, perché formula vincente non si cambia. Lo script è un racconto di formazione di cinque pre-adolescenti impegnati a cercare un luogo segreto sulla Luna (qualcuno ha detto I Goonies?); Una X nella mappa suggerita da un padre che è venuto a mancare troppo presto.

Crater è un’avventura tra i crateri lunari per raggiungere quella destinazione che fa da pretesto per una versione sci-fi di Stand by Me, d’altronde il regista Kyle Patrick Alvarez è un tizio che nel suo curriculum segna un episodio di Tredici (13 Reasons why), cioè un teen-drama, quindi non sembra lì alla regia messo a caso.

Crater non si prefigge fin dal suo concepimento di essere chissà quale caposaldo del cinema, tuttavia sapete che c’è? Nella sua onestà il film funziona, i protagonisti sono ben piazzati già fin dai primi istanti, e la storia gira nel modo giusto nel momento in cui si accetta la sua natura di esistere senza nessuna pretesa; difatti il tutto si palesa già nei primi due minuti, prendere o lasciare.

Crater si rivolge a un target molto marcato, ciononostante potrebbe piacere anche a chi è cresciuto con quel cinema lì ottanteggiante, e dunque da chi ama lasciarsi trasportare come un tronco alla deriva dalla fottuta nostalgia.