Sono passati anni, tanti, troppi, dall’inizio dell’Mcu, quella micidiale arma di entertainment che ha permesso alla Disney di dominare il box office mondiale. Dominio che però a quanto pare sembra mostrare le prime grosse crepe, probabilmente a causa di una fase 4 che ha disorientato un po’ tutti, con titoli decisamente meno accattivanti sul piano della messa in scena rispetto ai tempi d’oro in cui Thanos faceva cose. Nondimeno il fatto che il livello qualitativo dei marvelcomic si è palesemente abbassato, tanto da far sbraitare anche il fandom più talebano. Finita la fase 4, inizia la fase 5 con Ant Man and the Wasp: Quantumania. E non è proprio un bell’inizio.
Sembra strano che ai piani alti di topolandia abbiano deciso di affidare a un personaggio comedy-friendly come Ant Man l’apertura della nuova fase, ci saremmo aspettati un altro tipo di inizio, ma va beh. Se osserviamo Quantumania solo come terzo capitolo dell’uomo formica e null’altro, allora non delude le aspettative, Ant Man è sempre stato un personaggio secondario del roster degli Avengers e i film a lui dedicati rispecchiavano questo suo status di garzone, semmai questo terzo capitolo ha come unica grande pecca una tremenda computer grafica, che boh, il mio falegname avrebbe fatto meglio.
Anche qui ci stanno tutti gli stilemi dell’Mcu, si cazzeggia alacremente, nessuna novità quindi. Da un lato i buoni e dall’altro il supercattivo, il nuovo Thanos da battere, dal nome puccioso e altisonante di KANG IL CONQUISTATORE. Quindi dicevamo, nulla di nuovo all’orizzonte, Quantumania è il solito marvelcomic senza infamia e senza lode. Però è un po’ pochino per un inizio che avrebbe dovuto rompere i culi e trainare l’Mcu nella nuova fase spremi-soldini. Ma perché quella CGI?
Nonché ci sia molto altro da aggiungere, soprattutto a chi non è interessato alle sorti dell’Mcu. Ant Man: Quantumania è quel film utile per riempire quei vuoti delle nostre vite post-cena, dopo aver mangiato una pizza surgelata andata di traverso e bevuto un bicchiere di vino da discount. Il punto però è di quelli dolenti, perlomeno in casa Disney, poiché questo Quantumania non raggiunge gli obiettivi in pompa magna di entry level nella fase 5, non è quel film gigantesco che avrebbe dovuto essere; manca di un finale davvero epico, imbruttito da una computer grafica invasiva e fatta male; i dialoghi hanno lo spessore di un telegramma ; il villain non palesa una ragione comprensibile del perché voglia conquistare il multiverso, perfino il Molise, e infine ci stanno personaggi narrativamente parlando fuori fuoco fino ai titoli di coda, oltretutto incollati a sputi nel green screen.
Perciò fate come vi pare, siete avvisati.