Prendete due tipi come Sylvester Stallone e Kurt Russel e fategli fare quello che volete, ne uscirà comunque un capolavoro. È questo ciò che devono aver pensato quando scarabocchiarono la sceneggiatura di Tango e Cash; e naturalmente non si sbagliavano, giacché è indubbiamente uno dei buddy cop più memorabili degli anni ’90, malgrado la banalità che esce dalle fottute pareti. Tango e Cash è entrato prepotentemente nelle nostre grazie mediante una sana dose di ignoranza e testosterone tanto di moda in quegli anni, ben confezionata su misura di Russell e Stallone, che sebbene siano impostati con il pilota automatico fanno comunque la loro porca figura.
Poche volte i buddy movie deludono gli appassionati del genere, e Tango e Cash non è da meno; abbiamo uno Stallone che interpreta stranamente la parte di un personaggio più pacato del solito, anche dall’aspetto, con occhialini pseudo intellettuali e dress code Moda Milano; al contrario Kurt Russell è più impegnato a interpretare una specie di Jack Burton 2.0.
Stiamo parlando di una comedy travestita da action, tra l’altro cosa molto comune in quegli anni (Demolition Man docet). Lo script è ridotto giusto al minimo sindacale per far andare avanti il duo un po’ alla rinfusa, come se la sceneggiatura fosse stata riscritta più volte e i registi licenziati uno dopo l’altro; difatti è andata proprio così.
Durante le riprese gli inconvenienti furono molteplici, a partire da una sceneggiatura incompleta e in continua evoluzione durante tutto il periodo di gestazione, oltretutto il regista Andrei Konchalovsky fuggì via dal set dopo l’ennesimo lite spaccobottiglia-ammazzofamiglia. Ne consegue che Tango e Cash è una pellicola di gag e battutine un tanto al kilo, e purtroppo sono anche le uniche cose che si ricordano, tuttavia date le circostanze va bene così, non ci si lamenta, le vie dei cult sono infinite.
Purtroppo il film non ottenne il successo sperato al box office, a causa, e forse soprattutto, di una mediocre campagna pubblicitaria che contribuì ad affondare un progetto già partito male. Spiace poiché a magari a quest’ora avremmo avuto un’altra trilogia del cinefilo dell’era di internet.