I Guerrieri della Notte | Recensione

New York non è sempre stata quell’immagine da cartolina così come la conosciamo oggi, difatti pochi sanno che fino a pochi decenni fa le strade della City erano tutt’altro che un luogo sicuro, nel quale l’incuria e la microcriminalità erano una piaga estesa a macchia d’olio in tutta la metropoli, nondimeno anche nei distretti finanziari e benestanti della grande mela.

Un primo cambio di rotta avvenne nel corso degli anni ’90 con l’elezione a sindaco di Rudolph Giuliani e l’applicazione nella pratica della Teoria delle finestre rotte. Un metodo basato sull’uso della tolleranza zero contro qualsiasi tipo di reato, dai più gravi ai più lievi, da qui le autorità iniziarono a punire severamente i trasgressori allo scopo di non tralasciare nessuna zona grigia di legalità, dopodiché estesero la tolleranza zero su qualsiasi reato fino ad allora considerato di minore entità. Con metodi molto discutibili il volto di New York cambiò drasticamente in meglio (o peggio) nel corso degli anni successivi, il resto è storia. 

Al cinema registi del calibro di Scorsese hanno usato quella New York pre-Giuliani come sfondo per realizzare capolavori come Taxi Driver e Fuori Orario. A un livello più estremo questo contesto di incolumità e di semi-anarchia è anche la cornice de I Guerrieri della notte, un’opera col tempo divenuta un vero e proprio cult generazionale, successo che ne ha decretato l’immortalità. Arrivato nelle sale cinematografiche nel 1979, I Guerrieri della Notte narra la realtà di una New York in balia delle gang di strada, ciascuna con un proprio territorio di riferimento in base alle regole non scritte della strada.


Una notte del ’79 Cyrus, il carismatico leader della banda più temuta della città, organizza un raduno con i delegati di tutte gli le altre gang per proporre una tregua e di unire le forze per cercare di sottrarre New York dalla “criminalità legalizzata dalle istituzioni”. 

Tuttavia quest’idea rimane solo nelle intenzioni poichè Cyrus rimane ucciso da un colpo di pistola partito per mano di Luther, il boss dei Rogues. Colto sul fatto da uno dei membri dei Warriors, quest’ultimi verranno accusati dagli stessi Rogues di essere loro ad aver sparato al leader supremo.

Dopo un blitz della polizia nel luogo del raduno e l’uccisione di Cleon, il rappresentante dei Warriors, gli altri membri del gruppo si dileguano in tutta fretta, pericolo però che non cessa lì, poiché viene subito messa una taglia sulla loro testa con l’imputazione di essere i mandanti dell’omicidio di Cyrus. Il ritorno a casa dei Warriors sarà una lunga e pericolosa traversata dentro le zone di appartenenza delle altre gang. 

La storia de I Guerrieri della Notte è una interpretazione in chiave moderna dell’Anabasi di Senofonte, un classico dell’antica Grecia che narra le vicissitudini  di una giovane milizia greca in un rischioso viaggio di ritorno dalle terre dell’Impero Persiano. Ma al netto di questo interessante spunto storico-culturale, il fascino del cult di Walter Hill si orienta per altre vie a dispetto di questa riedizione del classico in chiave contemporanea.

Tra gli elementi di successo c’è soprattutto la messa in scena di una New York devastata dalla violenza e dall’incuria, un luogo in cui la ruggine e i graffiti sono il marchio di fabbrica di un ambiente underground poco raccomandabile tanto quanto suggestivo. La metropolitana simboleggia la venatura in cui scorre il sangue della città, luogo nel quale si scontrano le gang a colpi di mazze e calci nel deretano. 

Sebbene non sia proprio invecchiato benissimo, I Guerrieri della Notte rimane legittimamente un cult che ben rappresenta in toto il cinema di Walter Hill, freddo, violento e asciutto, ove la violenza non è solo fisica, ma è parte della natura umana in qualsiasi circostanza. Non è una bestemmia affermare che un titolo del genere possiede il potenziale per un futuro remake/reboot ancora più spettacolare e violento, come recentemente avvenuto con Mad Max: Fury Road. 

 

Chiuso il sipario, adesso passiamo in rassegna la descrizione delle principali bande de I Guerrieri della Notte, protagoniste assolute su cui ruota tutta la vicenda. Ciascuna è caratterizzata da uno stile ben definito e riconoscibile, dagli indumenti ai colori del gruppo di appartenenza. Ci sono quelle temute; quelle sfigate; e quelle che ti chiedi solo il perché.  

Warriors

A petto nudo e un gillet rosso scuro, i Warriors amano lo stile sbarazzino. Vogliono giocare con i grandi, ma riescono perlopiù a scappare da mamma. 

Turnbull Ac’s

Teste rasate e atteggiamento da ultrà da stadio ne fanno una delle bande più temute della città, camminano per strada con un pullman di Mad Max memoria

Orphans

Così sfigati da poter aggiungere un epiteto a piacimento.

Baseball Furies

I miei preferiti: divisa da giocatori dei New York Yankees, mazza da baseball d’ordinanza e trucco in viso stile Kiss. Si muovono silenziosamente come dei fantasmi nel salotto bene della città.

Lizzies

Le quote rosa attirano i malcapitati con la promessa di una serata di sesso, droga e rock’n roll. 

Punks

Con una salopette jeans e un punto di ritrovo simile a una sala giochi andata a male, possiamo tranquillamente dire che fanno una vita di merda. Però sono i protagonisti dello scontro più spettacolare contro i Warrios nei bagni della stazione metro.

Rogues

Borchie e catene, i Rogues seguono le orme del loro capo, Luther, uno spostato di testa. 

Riffs

La più grande e temuta banda di New York con un organizzazione simil-paramilitare. Il loro abbigliamento arancione ricorda quello dei monaci shaolin, ma dopo cambiano con un nero che snellisce le forme.

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The Warriors

Il videogame datato 2005, è un picchiaduro a scorrimento alla vecchia maniera.