Una Poltrona per Due | Recensione

Viviamo in un mondo di incertezze: insicurezza economica; lavoro sottopagato; welfare non sempre all’altezza; instabilità internazionale, ecc., eppure dopo la prima indissolubile certezza (quella lì, sì) noi popolo dello stivale ne abbiamo un’altra: Una Poltrona per Due ogni 24 Dicembre, commedia degli anni ’80 diretta da John Landis, un regista che non ha bisogno di presentazioni; le sue commedie sono tra le cose più belle durante il periodo reaganiano. Tuttavia c’è qualcosa di sinistro in questa tradizione nostrana, e questo perché Una Poltrona per Due non è proprio una storia natalizia in senso stretto, ma si occupa di roba più profana come la finanza, la Borsa, Wall Street, ed è un film dannatamente spietato nella sua cruda provocazione.
Sebbene il film di John Landis sia una brillante commedia dai toni leggeri, anzi leggerissimi, è altrettanto vero che  dietro quella patina di leggerezza c’è un esperimento sociale molto serio legato all’importanza delle condizioni socio-economiche con cui si viene al mondo.

La storia la conoscete tutti: I fratelli Duke, Mortimer e Randolph, sono in disaccordo sulla natura della criminalità, uno pensa che alcune persone siano geneticamente predisposte alla delinquenza, l’altro sostiene che siano le ragioni sociali ed economiche a determinare la vita di un uomo, da questa diatriba ne viene fuori una scommessa da 1 dollaro (tanto vale la vita di un uomo). Una scommessa che cambierà la vita di due persone diametralmente agli antipodi. Ragione per cui parliamo di una commedia che ci vuol dire di più rispetto alle numerose gag a mitraglietta che ci rifila, pertanto di spirito natalizio c’è davvero ben poco.

Al netto di questa riflessione, Una Poltrona per Due è la classica brillante commedia à la John Landis, divertente e avvincente. Il party sul treno è un omaggio allo slasher Terror Train, ed è uno dei momenti più riusciti, con il solito Eddy Murphy a gigioneggiare ogni qualvolta se ne presenti l’occasione. Ad ogni modo la lista delle scene memorabili è lunga, con un happy-end che più classico non si può: spiaggia bianca, mare e sole. Perché alla fine di tutto ai sogni è anche giusto crederci.