Esiste chi ha fatto del cazzodurismo una ragione di vita, tra i quali è presente un certo Michael Bay, un uomo che non ha bisogno di presentazioni dato che gli ingressi a bomba sono esattamente la sua specialità. È difficile parlare del regista più memato di sempre senza buttarla in vacca, cioè di colui che un tempo era considerato come uno dei più talentuosi registi a prova di Blockbuster, e oggi ridotto a sinonimo del cinema più insulso. In realtà nemmeno i suoi primi action sono esenti da una certa cafoneria un tanto al kilo, tuttavia col trascorrere degli anni i suoi istinti primordiali hanno prevalso sul buon senso e varcato la soglia del ridicolo, sicché per descrivere il suo stile e il suo modus operandi è stato forgiato il termine bayhem. Ma qui, adesso, vogliamo ricordare quella piccola parentesi di un giovane e sbarazzino Michael Bay in qualità di regista di The Rock, uno dei suoi titoli più riusciti dopo il debutto con Bad Boys.
Nel corso della carriera ciascun regista affina la tecnica, ma non cambia stile, e difatti in The Rock sono già visibili le fisime da videoclipparo del regista californiano, a suo modo autoriale, poiché gli ingredienti rimangono identici e riconoscibili a chiunque: esplosioni+esplosioni; sexy girl; montaggio serrato, pacchianerie varie. Fortuna vuole che per motivi anagrafici The Rock non abbia subito il trattamento bayhem, dal momento che è ancora assente quel bagaglio di esperienza tecnica capace di detonare un’esplosione ogni tre secondi. Circostanze che premiano questo action tra i migliori di Bay, poiché misurato e commestibile sul piano mentale, rilassante come una gita dentro un monastero francescano rispetto al resto della sua filmografia. Ciononostante non mancano scene notevoli sul piano della mera azione, come lo spettacolare inseguimento tra le strade di San Francisco.
Un cast stellare che contribuisce non poco all’economia di The Rock, in particolare grazie a una coppia di protagonisti inedita e agli antipodi: Nicolas Cage, in quel periodo all’apice della carriera, in duo con Sean Connery, uno dei più importanti sex symbol della storia di Hollywood, una signorilità fuori luogo dentro il cinema di Michael Bay, ma in qualche modo funzionale grazie al ruolo di ex-agente dei servizi segreti britannici (chi ha detto 007?). Nondimeno è notevole anche la presenza di Ed Harris nel ruolo di un villain non circoscritto a una macchietta bidimensionale, un elemento di rarità nella filmografia di Bay.
The Rock tramite una serie di congiunture intenzionali e fortuite (tra gli sceneggiatori non accreditati figurano Quentin Tarantino e Aaron Sorkin!), rimane indubbiamente uno degli action più riusciti di Michael Bay, un degno blockbuster anni ’90, equilibrato grazie alla giusta alchimia tra i vari aspetti del suo genere, in questo caso non sbilanciati a causa della solita raffica di esplosioni senza cognizione di causa.
A noi piace ricordare Bay così, con quella voglia di sfondare tutto, tempo prima che diventasse un meme da cinepanettone all’ananas.