The Hurt Locker | Recensione

Grossomodo i war movie si dividono in due macro aree, spesso legate tra loro: Da una parte troviamo titoli in cui  l’orientamento politico è molto forte (patriottici nazional-popolari o viceversa di critica social/politica), d’altro lato sono presenti quelli più interessati a mostrare il lato introspettivo e umano della guerra. A pensarci bene è un’operazione nemmeno relativamente così difficile da realizzare, giacché la guerra è giocoforza una circostanza estrema nel quale si mostrano a nudo tutti gli istinti più profondi dell’uomo. Situazioni estreme creano pensieri e gesti estremi. Fai 2+2 e ne viene una riflessione che nemmeno tuo zio con le sue frasi fatte riuscirà mai.

Ciononostante c’è chi è andato controcorrente tentando di percorrere un’altra strada, come per esempio ha fatto Kathryn Bigelow con il suo The Hurt Locker. Lungometraggio pluripremiato ovunque, vincitore di ben 6 Oscar, tra i quali Miglior Film, Miglior Regista e Miglior sceneggiatura originale, scritta dall’amico e giornalista d’inchiesta Mark Boal, con alle spalle un reportage sulle squadre di artificieri situate in stazza in Iraq.

The Hurt Locker mostra il conflitto senza nessuna retorica, non possiede nessun messaggio da tramandare alle future generazioni, se non una constatazione amara, ovvero che per alcuni soldati la guerra può diventare una droga, così assuefatti che alla fine non riescono più a immaginare una vita senza di essa. Una constatazione che in The Hurt Locker è rappresentata dalla figura del Sergente William James (Jeremy Renner). 

The Hurt Locker dura tantissimo, e purtroppo i momenti migliori sono circoscritti solo ad alcune poche scene, ciononostante sono così cariche di tensione che si resta incollati allo schermo, poiché la regia della Bigelow è capace di rendere la tensione palpabile, con qualsiasi mezzo a disposizione: dai primi piani ai movimenti di macchina a mano, dalla fotografia saturatta fino alla tensione instaurata tra i protagonisti in campo. The Hurt Locker non possiede nessuna morale, nessun retorica, è un war movie freddo, cinico, senza Dio, e rappresenta ciò che aspettavamo da tempo.