The Batman | Recensione

the batman recensione

Batman è indubbiamente uno dei personaggi più amati nel tempio dei supereroi, possiamo dedurre che i motivi siano molteplici e iniziano innanzitutto dal fatto che sia un giustiziere senza poteri soprannaturali e pertanto più simile a noi, con un potere di immedesimazione senza rivali. Oltretutto Batman porta con sé il sex appeal dell’oscurità, una fascinazione che l’umanità conserva fin da quando i nostri avi accendevano il fuoco per ripararsi dal freddo e cibarsi di qualche parente defunto, ma soprattutto per esorcizzare la paura dell’ignoto. A tutt’oggi di notte nel subconscio ci sentiamo più esposti alle intemperie della realtà circostante, d’altronde è il momento della giornata in cui la routine quotidiana si interrompe, le strade si svuotano, c’è chi dorme e chi lavora fino a notte fonda, mentre altri si armano di un seghetto alternativo per tranciare catalizzatori dalle automobili.

Il Batman darkettone entra nell’immaginario mainstream fin dal suo primo lungometraggio diretto da Tim Burton, che per certi aspetti rimane uno dei cult supereroistici tra i più iconici della storia dei cinecomic, al quale segue quello più camp di Joel Schumacher, quest’ultimo invece rappresenta qualitativamente il punto più basso della storia cinematografica della saga per una serie di ragioni che non è il caso di elencare qui. Ci vorranno una decina d’anni prima che Batman risalga la china e torni in grande stile con un tono decisamente differente dal passato grazie a una sana dose di realismo à la Michael Mann. Ahimè chiusa la parabola Christopher Nolan e un business che non guarda in faccia a nessuno, il nostro è anche passato tra le forche caudine di Zack Snyder dentro un progetto senz’anima.

Però adesso guardiamo al presente: è giunto il momento di The Batman. Più dark di Nolan, più fumettistico di Nolan.

The Batman è il film definitivo del supereroe della notte per antonomasia, tutto ciò che avremmo sempre voluto vedere sull’uomo pipistrello come incarnificazione della paura. Un giustiziere solitario che opera dentro una Gotham City sporca e affogata nella sua putrefazione, un marcio insito anche dentro ogni anima pia di questa città abbandonata a sé stessa. Un labirinto urbano devastato dall’incuria, dalla corruzione e dalla criminalità dilagante, la Gotham City di Matt Reeves emana suggestioni da tutte le parti e torna al centro della scena come ai tempi di Tim Burton, ma stavolta si presenta in modo più sepolcrale e opprimente come non lo è stata mai, tanto quanto lo è il suo giustiziere della strada: depresso di giorno; rabbioso di notte. Il Batman interpretato da Robert Pattinson è ancora un supereroe in divenire, un Bruce Wayne sopraffatto dal suo alter ego in costume in cerca di vendetta e di una pace interiore perduta a causa del suo trauma familiare, e che ha fatto del rancore la sua ragione di vita, motivo per cui tutti i criminali delle strade di Gotham lo temono come un Pennywise qualsiasi.

Un sociopatico in cerca di altri sociopatici è un Batman giusto, inoppugnabile, lancia-fomento. Matt Reeves tocca le corde più vicine allo spirito del cavaliere oscuro e tecnicamente presenta un cinecomic senza eguali sul piano della messa in scena che ben si amalgama alle peculiarità del suo protagonista attraverso un virata total black; un mare di oscurità illuminato solo da una flebile luce soffusa che tanto ricorda il Se7en di David Fincher, costui è anche l’elefante nella stanza dal momento che Reeves con Fincher condivide un plot investigativo molto simile per certi aspetti alle cronache di Zodiac, anche per ciò che concerne lo sviluppo di una figura come l’Enigmista, difatti le similitudini con il serial killer californiano sono piuttosto evidenti. Inoltre come Fincher pure Reeves si focalizza sull’aspetto più introspettivo dei personaggi in campo, ciascuno con le sue ossessioni e le proprie insicurezze.

Forse la durata complessiva è un po’ smisurata per ciò che in effetti viene raccontato, e probabilmente un taglio più drastico al minutaggio avrebbe giovato all’economia del film senza il rischio di perdere quelle sfumature che poi così difficili da comprendere in realtà non sono. E spiace anche per il contagocce sul fronte action giacché le scene d’azione sono uno degli aspetti di maggior pregio e di fomento dell’intera impalcatura. Tuttavia le criticità di The Batman restano in secondo piano mediante un’opera di spessore e uno spettacolo di luci e colori egregiamente orchestrato da una regia in stato di grazia a cui gli siamo grati per averci mostrato uno dei migliori cinecomic dell’ultimo decennio, e scusate se è poco.