In questo minuscolo spazio del web l’abbiamo detto più volte fino allo sfinimento che Ridley Scott è uno dei più importanti cineasti delle ultime decadi (tutto in maiuscolo: BLADE RUNNER). Il buon Ridley è conosciuto per la sua estetica maniacale, al confine con la schizofrenia (forse l’ho già scritto in qualche altro pezzo, ma va bene ribadirlo), una peculiarità che sfocia in quel cumshot cinematografico di ALIEN (anche qui il maiuscolo è d’obbligo); manco a dirlo: Alien è uno dei più grandi capolavori del cinema sci-fi, e non. Anni fa Scott è tornato a giocare con i suoi pupazzetti spaziali preferiti, creando il prequel (anzi no, ma forse sì) di quel cult del ’79: Prometheus.
Andiamo subito al dunque: Prometheus è visivamente impressionante, da tripla A. Fotografia, concept design e ambientazioni sono superlative e creano quella messa in scena perfetta che ti aspetti da uno sci-fi dalle grandi ambizioni. Insomma, tutta ciccia per gli appassionati di fantascienza e cinema a caratteri cubitali. La direzione di Scott rimane impeccabile, e le sue scelte estetiche e artistiche danno il massimo per rendere il tutto molto spettacolare, ma questo lo sapevamo già da uno che sembra cresciuto a pane e sci-fi.
Tuttavia, ahimè, nonostante suggestioni che arrivano da tutte le parti e idee interessanti, purtroppo la scrittura di Prometheus appare come un pilot di una nuova serie TV, con molte questioni lasciate in sospeso e nessuna risposta soddisfacente ai tanti interrogativi sollevati. Difatti parecchie cianfrusaglie narrative sono buttate lì nel mucchio, con personaggi scemi che fanno cose da scemi, e questo è male. Non era d’obbligo chiudere il cerchio, ma il suo semi-collegamento con l’universo di Alien rende tutto più complicato. Spiace perché oltretutto Prometheus si era ben armato di un cast di tutto rispetto, che però non riesce a dare il suo contributo a causa di una scrittura che non sempre convince, mentre altre volte fa a pugni con il buon senso. Stesso discorso vale per Covenant, il sequel di Prometheus (link qui).
Grazie lo stesso Ridley, ci hai provato e noi ti vogliamo bene comunque.