L’Uomo Ombra | Recensione

The Shadow è un personaggio immaginario nato da un programma radiofonico degli anni trenta con la voce narrante di un giovane Orson Welles agli inizi della sua carriera. In seguito le storie dell’Uomo Ombra divennero delle graphic novel, finché pian piano scomparve dalla scena mainstream.

The Shadow (L’uomo Ombra) è il classico supereroe tetro e lunatico, caratteristiche che nei primi anni ’90 spingevano per un suo adattamento cinematografico sulla scia dei successi del Batman di Tim Burton e di Darkman diretto da Sam Raimi. E difatti The Shadow è un’opera che in parte si ispira fortemente a quelle atmosfere lì, un po’ dark e un po’ kitch. Inoltre stilisticamente vi sono delle tonalità color pastello che rimandano a quel Dick Tracy di Warren Beatty, col quale condivide anche le ambientazioni e le suggestioni noir, che personalmente ritengo un non plus ultra ovunque esse siano. Al tocco noir si aggiungono alcuni elementi orientaleggianti, individuabili nelle sequenze iniziali in Tibet e nella figura esotica del villain, che in tal caso è l’ultimo discendente di Gengis Khan, e pertanto megalomane come l’antico antenato.

L'uomo ombra

Proprio come nelle montagne russe anche The Shadow possiede i suoi alti e bassi, che consistono in alcune semplici e divertenti trovate, alternate ad altre sequenze piuttosto sorvolabili. Meritano una menzione speciale il Santuario dell’Uomo Ombra nei pressi di Times Square (alla faccia della discrezione), e l’indimenticabile scontro frontale tra due proiettili nella stessa traiettoria, con l’espressione basita di ambe le parti. Non male nemmeno i costumi, nonostante l’oscena parrucca di Alec Baldwin e quel nasone da clown. 

Spiace però che la regia di Russell Mulcahy (regista di Highlander) non abbia apportato al suo protagonista una maggiore introspezione psicologica, poiché è un personaggio che si presta ad alcune sfaccettature sia a causa della sua natura controversa e sia per il suo passato turbolento. Ma sono aspetti che rimangono lasciati lì sullo sfondo, trascurati a favore di uno spettacolo delle macchiette che preferisce dare più spazio alla classica lotta tra il bene e il male.

L uomo ombra recensione

L’Uomo Ombra è un film dalle buone intenzioni, ma dalle potenzialità inespresse (per la serie: “suo figlio è intelligente, ma non si applica”), poiché manca di personalità, non risalta quegli attributi autoctoni in grado di elevarlo una spanna sopra rispetto ai suoi contemporanei, nonostante gli ingredienti per quella marcia in più non manchino, però trascurati da Mulcahy, che in tal caso preferisce giocare facile prendendo eccessivamente in considerazione il lavoro altrui a discapito della sua opera, rimasta nascosta nell’ombra proprio come il suo protagonista.