Last Action Hero | Recensione

Avete presente un film ideato come parodia di un genere ma che diviene una parodia di sé stesso? Se non avete capito nemmeno la domanda non preoccupatevi, al cinema non capita spesso di porsi un quesito simile, eccetto per Last Action Hero, un caso più unico che raro.

Originariamente la sceneggiatura fu ideata per perculare il genere degli action movie, tanto in voga nei primi anni novanta, ma successivamente l’idea di base cambio completamente la sua natura, poiché sia la Sony e sia Schwarzy preferirono andare sul sicuro con qualcosa di più canonico, anche se poi il progetto in fase di esecuzione divenne qualcos’altro, una sorta via di mezzo.

Per il nuovo corso del progetto la Sony ingaggiò due mostri sacri del genere action: John McTiernan alla regia e Shane Black alla scrittura. Che se ci pensate bene è un po’ un ossimoro chiamare due superstar dell’action per realizzare una parodia di sé stessi. E difatti il problema di Last Action Hero è proprio quello di avere due anime diverse e confuse, non proprio amalgamate tra loro, provando a essere ciò che forse non vuole essere. “Be or not be…not to be” dice Schwarzenegger nel film. Profetico.

Ciononostante Last Action Hero possiede qualche spruzzo di genialità: “Quel tizio l’ho gelato” (iced that guy) dice Schwarzy dopo aver ficcato un cono gelato in testa a un tale, e non mancano altre battute degne di nota. Se avesse continuato tutto il tempo con questo mood non sarebbe stato difficile portare la carretta in porto con risultati decisamente migliori. 

La pellicola ricevette un flop su tutti i fronti, di critica e di pubblico, con un guadagno totale di 135 milioni di dollari a fronte degli 85 milioni spesi per la realizzazione, e infine sei candidature ai Razzie Awards. 

A dispetto di quanto sostiene Schwarzenegger, The Last Action Hero non andò male ai botteghini a causa della politically correct promossa da Bill Clinton riguardo la violenza nei film, ma più prosaicamente perché la realizzazione di Last Action Hero ebbe un travaglio piuttosto difficile e confuso da risultare dozzinale fin dalla scrittura, come poi ammesso dallo stesso Mctiernan. E inoltre la pellicola giunse nelle sale una settimana dopo l’uscita nei cinema del Jurassic Park di Spielberg. Tanto per non farsi mancare nulla.
Last Action Hero è una chiara occasione sprecata, poiché era un progetto partito con l’idea giusta, ma finito ingolfato a causa della macchina produttiva di Hollywood. Spiace perché poteva essere il
modo migliore per salutare un genere ormai bollito e in caduta libera.