Un buon blockbuster old school era proprio quello di cui sentivamo il bisogno, o forse no. La Guerra di Domani, diretto dal regista di Lego Batman, è il nuovo blockbuster distribuito da PrimeVideo (inizialmemte previsto per le sale) per la gioia di tutti i nostalgici di un certo cinema d’annata, come non si vedeva da tempo. Un luogo dello spirito dove l’azione è un pretesto per narrare un drama-family totalmente inutile ai fini dell’intrattenimento ignorante ma considerato necessario per vincere la guerra dei box office pre-covid. Un’ignoranza nascosta maldestrastramente dietro dei metaforoni sul riscaldamento globale, il ruolo della scienza nel mondo e di quanto sia importante la famiglia. Mezzucci, dai.
Dicevamo: cinema conservatore, La Guerra di Domani si dichiara in quanto tale fin dall’inizio, con l’uomo medio alias il contribuente americano medio, predestinato a salvare il mondo. Un americano con la faccia di Chris Pratt nei panni di Chris Pratt, quel tizio con l’aurea da bravo ragazzo creato nei laboratori degli incassi facili. Ma non è questo il problema, non lo è mai stato per un blockbuster data la sua natura mainstream. Semmai le criticità risiedono altrove, poiché La Guerra di Domani procede in modo quasi orgogliosamente anacronistico, forse fin troppo, mediante una trama che senza troppe complicazioni tira dritto per la sua strada allo scopo preciso di portare a casa la pagnotta del drama-family in salsa sci-fi, anche al costo di una linearità narrativa senza ritegno.
Non è tutto da buttare poiché tuttavia possiede qualche guizzo di estasi action qui e lì mica male, grazie a un ottimo lavoro di monster design e una computer grafica altrettanto degna di nota, alla pari e forse qualcosina in più rispetto a qualsiasi recente produzione high-budget. Una menzione speciale al primo incontro/scontro con i mostriciattoli, e inoltre buona l’idea dei viaggi del tempo per salvare l’umanità dalla tragedia del domani. Spiace però che gli aspetti positivi siano presenti solo in questi pochi attimi, mentre il resto è un po’ buttato alla caciarona fino alla noia a causa di un minutaggio senza senso e dialoghi dimenticati in seduta stante appena si passa alla scena successiva. Qualche colpo di scena mal riuscito e un finale piuttosto scontato non aiutano ad alzare il livello complessivo di un prodotto di intrattenimento che forse poteva dare di più in termini di spensieratezza, perlomeno sul piano dell’azione. E invece no. Faccina triste.