Independence Day | Recensione

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Nel bene e nel male alcuni film rappresentano uno spartiacque tra un periodo e l’altro nella storia del cinema. Nel 1996 Roland Emmerich, un giovane tedesco appassionato di disaster movie e già sulla cresta dell’onda dopo il successo di Stargate, decide di stupire il mondo con Independence Day, uno dei maggiori successi commerciali degli anni ’90, e oggi considerato pioniere di un nuovo modo di realizzare il prodotto mainstream, dai connotati più mastodontici e spettacolari. 

D’altronde gli ingredienti per diventare un film di successo e il capostipite di una nuova generazione di blockbuster c’erano tutti: Invasione aliena; astronavi gargantuesche; città devastate; una star hollywoodiana in piena ascesa come Will Smith; e infine becerismo a profusione. Insomma, IL BLOCKBUSTER. 

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Roland Emmerich merita senza dubbio un plauso per la regia, compito non facile se teniamo in considerazione le circostanze di un’opera tecnicamente piuttosto complessa per quei tempi. Gli effetti speciali, tra computer grafica e mero lavoro di carpenteria, rappresentano la parte più curata della produzione, fondamentali allo scopo di espletare quell’orgasmo visivo espressamente richiesto dal mainstream. 

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Chiariamo un punto, certamente con Independence Day non siamo di fronte a chissà quale capolavoro da annoverare nel cinema alto, tanto che fu stroncato da qualsiasi critico cresciuto a pane e Tarkovskij. D’altro canto era inevitabile, dato che Independence Day dispone di tutti i crismi dell’ignoranza, intriso delle solite sciatterie onnipresenti in tutta la filmografia di Emmerich, sia a causa della presenza dei soliti dialoghi dozzinali pronunciati da personaggi dallo spessore introspettivo di una carta da parati, e sia per una gran dose di patriottismo statunitense da impiccarsi seduta stante.

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Ciononostante è più corretto giudicare un titolo come Independence Day con criteri differenti, più in linea con gli scopi del mero intrattenimento, difatti Emmerich gioca su un altro campionato. Altro cinema, altre ambizioni, altro target.

Diamo a Cesare quel che è di Cesare, poiché malgrado tutto Independece Day è un’opera che ancora oggi rimane nel nostro immaginario come quel disaster movie divertente e spensierato, nella speranza che prima o poi arrivino finalmente questi alieni a demolire questo mondo infame.