
Abbiamo imparato a conoscere Hugh Grant grazie, o sfortunatamente, attraverso alcune passate rom-com di successo, d’altronde era impensabile collocarlo diversamente, con quel volto acqua e sapone era perfetto per quei ruoli lì, e riconosco che alcune di quelle storie rientrano nel mio ripostiglio in cui segretamente nascondo i miei personali guilty pleasure, ma sì, perché no. Ad ogni modo, sono felice di come negli ultimi anni il nostro sia diventato un adorabile vecchio burbero, motivo per cui era ovvio immaginare che fosse solo questione di tempo prima che qualcuno si rendesse conto di avere già pronto un perfetto e diabolico antagonista. Ovviamente ci ha pensato per prima la A24, che tante gioie ci ha regalato e continua a dispensare.

Heretic è il tipico elevated horror à la A24, ossia introspezione, introspezione spicciola come se non ci fosse un domani. Stavolta il tema è la religione; la sua influenza sulla collettività e sui singoli individui. E cosa mai potrebbe accadere a due giovani ragazze mormoni, ospitate nell’abitazione di un apparentemente cordiale sconosciuto con qualcosa da ridire in merito alla questione? Di norma finisce con una conversazione e via, ma non è questo il caso, sebbene inizialmente ci sia un normale e lungo scambio di battute in cui Hugh Grant spara tutte le cartucce migliori della sua carriera, non tanto per il contenuto della conversazione in sé, ma per la performance; un prolungato botta e risposta con un crescendo di tensione, finché le giovani protagoniste non realizzano di trovarsi al cospetto di uno psicolabile. Qui ha inizio Heretic, qui comincia una lunga discesa negli abissi del terrore per le due ragazze. Una discesa anche letterale.

Dunque: tutto molto bello? Nì. Heretic è un film di ottima fattura, non c’è dubbio. La regia è solida, la fotografia altrettanto, la tensione funziona, tuttavia non si discosta molto da quello che ormai è diventato il canone dell’horror targato A24: classiche atmosfere rarefatte, un’ossessione quasi maniacale per il sottotesto, insomma, welcome to the ElevatedHorrorlandia. Chi è avvezzo a cose così troverà pane per i propri denti, ma senza particolari sorprese.
Detto questo, Heretic merita la visione? Assolutamente sì. Perché? Semplice: Hugh Grant. Il gentleman inglese qui e ora si erge come il villain che ci meritavamo. Non importa quanto la trama possa suonare familiare, né quanto il film aderisca ai dettami dell’horror psicologico, la performance di Hugh Grant vale tutto il prezzo del biglietto. One more please.