Hereditary | Recensione

Hereditary, opera prima del regista Ari Aster, fin dalla sua presentazione durante lo scorso Sundance Film Festival ha ricevuto una carica di giudizi positivi di pubblico e di critica. La pellicola segue le tracce degli horror di nuova concezione visti negli ultimi anni come Babadook o It Follows, col quale attraverso l’orrore e le metafore si affrontano dei temi di stampo esistenzialista o argomenti di un certo impegno (per gli addetti ai lavori questa sotto categoria viene definita “horror elevato“). Altro elemento caratterizzante di questo sotto-genere è il perenne stato di angoscia palpabile in ogni momento. Non si tratta di semplice tensione o paura, ma di qualcosa di piu intenso legato con la quotidianità.

Ma le contaminazioni di Hereditary non si fermano solo ai titoli prima citati, ma provengono anche da sponde più sicure dell’horror classico come il The Conjuring di James Wan. Però senza riuscire a raggiungere il livello tecnico di quest’ultimo.

In un certo senso Hereditary prova ad essere una summa del meglio che il genere horror ci ha offerto in questi anni, spolverando il classico con una sceneggiatura più “elevata”. Intenzione che riesce in particolare durante la prima parte ove è più presente il fattore psicologico, poi si perde un po’ con dei tempi piuttosto dilatati per giungere ad un finale che in parte delude poiché viste le premesse ci si aspettava qualcosa di più, seppur amorevolmente folle per certi aspetti.

Ottima l’interpretazione di Toni Collette nel ruolo della madre depressa e sull’orlo di un collasso isterico. Altrettanto efficace la recitazione di Milly Shapiro nel ruolo della figlia. Quasi ce lo siamo dimenticati, ma la recitazione rimane sempre uno degli elementi fondamentali per il successo di un film, ma in passato raramente l’horror ha eccelso di grandi interpretazioni.

– Bello ma non lo rivedrei – così si può riassumere il mio giudizio su Hereditary, del resto è in buona compagnia con altri cosiddetti capolavori del passato, e non c’è vergogna a dirlo. Ad ogni modo Ari Aster con questa sua prima opera ha dimostrato che il ragazzo ha del potenziale per un futuro pieno di soddisfazioni.