Gattaca | Recensione

Un po’ noir anni ’50 e un po’ fantascienza vintage, welcome to the Gattaca. Uno sci-fi non più famoso di molti altri del suo genere, nonostante sia uno dei migliori film di genere delle ultime decadi. D’altronde è comprensibile che non sia entrato nel giro mainstream data la sua natura e considerato lo scarso successo di box office, ma come tutto ciò che possiede un valore, nel tempo Gattaca è diventato un must per tutti gli appassionati di fantascienza. 

Gattaca è ambientato in un futuro distopico (ma sì, abusiamo di questo termine), un futuro in cui l’eugenetica ha reso possibile un sistema discriminatorio nei confronti di chi è stato procreato grazie alle vecchie buone maniere da parte invece di chi proviene direttamente da una provetta di laboratorio. In questo futuro immaginario l’uomo ha iniziato la colonizzazione del sistema solare, ma può un uomo qualsiasi sognare di viaggiare su Titano? La risposta è no, almeno che a qualcuno non venga in mente di barare come se non ci fosse un domani. La storia di Vincet (interpretato dal sempre ottimo Ethan Hawke) parte proprio da qui. 

La messa in scena di Gattaca strizza l’occhio ai classici del cinema francese, non a caso in una scena viene mostrata una Citroen Ds Cabriolet. Inoltre abiti, pettinature, location, rimandano alla memoria proprio a quel cinema d’essai lì.

La fantascienza è sullo sfondo: l’eugenetica, i razzi spaziali, la tecnologia retro-futurista. In realtà l’aspetto sci-fi, come tante volte succede, è solo un mezzo per lanciarsi in un canovaccio narrativo esistenziale-filosofico. Temi molto cari allo scrittore di fantascienza Philip K. Dick. Difatti sullo sfondo non mancano riflessioni quali il concetto dell’esistenza stessa, su chi siamo realmente e cosa vorremmo essere. Se in Blade Runner gli ermaginati sono i replicanti in quanto esseri artificiali e perfetti, e dunque osteggiato e visti come un pericolo della società, in Gattaca sono gli stessi umani (nati come pornhub insegna) a subire sulla propria pelle la discriminazione da coloro che appartengono al gradino più alto dello stadio dell’evoluzione. Ciò a dimostrazione che da una maggiore intelligenza (artificiale) non si deve necessariemente dedurre un mondo migliore, più progressista in senso lato, poiché le circostanze e i pregiudizi nei confronti del diverso rimangono uguali a ciò che già conosciamo del presente, quasi a far pensare che un tale schema mentale sia congenito nella natura umana. 

Al netto delle tematiche affrontate Gattaca è un film ricco di immagini suggestive, con una particolare fotografia giallastra degli esterni funzionale a trasmettere un certo senso di apatia di una società che ha perso la sua umanità. Inoltre la colonna sonora realizzata da Michael Nyman è quel tocco di classe che alla fine della giostra contribuisce a rendere il tutto migliore di ciò che sembra.

Gattaca è indubbiamente uno dei migliori film sci-fi degli anni ’90. Una fantascienza intimista, che in parte prova ad accostarsi al filone concettuale di un film come Blade Runner. Una visione del cinema che oggi è stata presa in carico da cineasti quali Denis Villeneuve. Pertanto il consiglio è di recuperare Gattaca se non l’abbiate ancora visto, altrimenti riguardelo, poiché comunque sia vale pur sempre il prezzo di quel dannato biglietto.