Die Hard I-II-III | Recensione

C’è stato un periodo in cui Bruce Willis era intento a ricalcare il suo spazio tra le star di Hollywood prima della discesa negli inferi dei trash b-movie. Dopo una gioventù passata a vivere alla giornata e qualche apparizione in tv, nel 1987 gli arriva a ciel sereno la grande occasione come protagonista di Appuntamento al Buio, recitato in compagnia dell’ex sex-symbol Kim Basinger.
Ma la consacrazione definitiva avverrà l’anno successivo nel ruolo dello sbirro tuttofare John McClane in Die Hard – Trappola di Cristallo, primo titolo di una saga action di successo degli anni ’90.
Chi è John McClane? È il prototipo dell’uomo medio alcolizzato, ignorante quanto basta per andare alla cieca nella vita senza nessuna nobile ambizione, e nel suo particolare caso anche con la sfiga di essere sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato.
 
Die Hard – Trappola di Cristallo
Trappola di Cristallo di John McTiernan è l’action che ha lanciato come un razzo la carriera di Bruce Willis in vetta allo star-system di Hollywood, e da lì non è più sceso a terra se non per un normale declino dovuto col passare degli anni. Fortuna vuol per lui che durante il casting di Die Hard altri attori del calibro di Stallone e Schwarzenegger rinunciarono alla parte a causa di altri impegni.

Il primo Die Hard è ambientato durante il periodo natalizio tanto caro a Shane Black presso il Nagatomi Plaza di Los Angeles (che all’epoca era la nuova sede della Fox ancora in costruzione). Luogo in cui McClane giunge per incontrare sua moglie Holly.
Il casus belli inizia con l’irruzione nella struttura di un gruppo di terroristi tedeschi guidati dalla buon anima di Alan Rickman allo scopo dichiarato di voler liberare dalle prigioni i “Fratelli Rivoluzionari”, per l’occasione usano gli ostaggi come merce di scambio. Tuttavia le loro reali intenzioni si riveleranno ben più prosaiche e più redditizie sul piano economico. John McClane, sfuggito alla cattura iniziale, sarà il solo a occuparsi del problema, a modo suo naturalmente. 
Trappola di Cristallo è un action duro e puro alla vecchia maniera, spassoso e con tante scene memorabili, grazie anche alla grandissima interpretazione di Bruce Willis e Alan Rickman, quest’ultimo al primo esordio cinematografico. Entrambi hanno equamente contribuito al successo di questa pellicola platealmente anni ’90. Un action meno machista del solito rispetto ai tempi, e con piu spazio all’aspetto comedy, vero deus ex-machina del suo successo.
Tra sparatorie e piogge di vetri frantumati, il primo Die Hard è l’action natalizio perfetto per sbevazzarsi una birra con gli amici davanti la TV. Che Shane Black sia con voi. 
 
Die Hard II – 58 Minuti per morire
Il secondo episodio della serie ottenne un ottimo successo di botteghino con quasi 240 milioni di dollari incassati in tutto il mondo, malgrado però non raggiunga l’epicità del predecessore.
L’azione si sposta dal Nagatomi all’aeroporto di Washington dove John McClane attende l’arrivo di sua moglie (sì, sempre lei), ma a causa della sfiga di fantozziana memoria questo atterraggio non s’ha da fare dato che l’aeroporto diventa il luogo prescelto per le operazioni del solito gruppo terrorista, in tal caso con l’obiettivo di liberare il generale Ramon Esperanza (Franco Nero), arrestato nel suo paese per corruzione e in dirittura d’arrivo a Washington con un volo di estradizione.

Personalmente è il capitolo meno interessante dei tre dal momento che in parte tradisce lo spirito scanzonato del suo predecessore. Inoltre pecca dell’assenza di un villain carismatico capace di trasmettere un benché minimo di fomento nella classica lotta tra il bene e il male. Oltretutto non possiede delle scene memorabili che possano aiutarlo a raggiungere le vette del primo Die Hard. Qualche colpo di scena sì, ma nel complesso rimane comunque abbastanza sciatto.
 
Die Hard III – Duri a Morire
La trasformazione definitiva della serie da semplice action a vero e proprio blockbuster. In tal caso è tutta la città di New York a trovarsi al centro dell’attenzione di un gruppo di mercenari con a capo un villain di nome Simon, interpretato dal bravissimo Jeremy Irons
In Die Hard III c’è veramente tutto quello che vorremmo vedere in un action con a disposizione tanti money: ignoranza, cazzotti, freddure, un co-protagonista perfetto, e ancora: inseguimenti, sparatorie, esplosioni, una città sotto assedio, il panico della folla da disaster movie, etc..
L’interpretazione di Bruce Willis, Samuel L.Jackson e Jeremy Irons è superba e coinvolgente, Die Hard cambia i connotati dell’action hero per diventare una sorta di buddy cop in cui lo scambio di battute tra i due sono uno degli aspetti fondamentali per cui ricorderemo Die Hard III vita natural durante. 
Il ritmo è altissimo, pochi pit-stop, alla fine della giostra è quasi un miracolo che tutta questa carne al fuoco riesca nell’impresa di non diventare una baracconata.
Die Hard III è indubbiamente uno dei migliori action realizzati fino a oggi, tanto che lo si potrebbe rivedere in loop all’infinito.

Per la cronaca esiste anche un quarto e un quinto capitolo di Die Hard, che però…va beh lasciamo perdere.

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