The Vvitch | Recensione

Il puritanesimo è un movimento religioso fondato in Inghilterra attorno il XVI secolo, come già ci suggerisce il nome è un credo orientato a spazzare via tutto ciò che non è previsto nelle sacre scritture, in primis la chiesa di Roma. Un movimento religioso che ha trovato nell’allora nuovo continente un luogo in cui professare liberamente il proprio credo senza interferenze di qualsiasi tipo.

I primi puritani facevano una vita semplice, basata sul lavoro e la preghiera, apparentemente una vita bucolica, senonché la paranoia di cedere nel peccato a volte sfociava in una sorta di isterismo collettivo, che non di rado portava a una spietata caccia alle streghe (Salem docet).

The Vvitch narra le vicende di una famiglia di puritani, ma William (il padre-padrone) è un predicatore ancora più ortodosso della comunità di appartenenza, ragione per cui viene esiliato insieme alla sua famiglia al di fuori dal villaggio, e costretto alla nuova ricerca di un luogo sicuro dove vivere insieme alla sua famiglia nel nome di Dio eccetera eccetera.

Una volta trovato l’Eden per ottenere un ingresso easy in paradiso, William con la sua famiglia iniziano una nuova vita, naturalmente seguendo i precetti più ortodossi del puritanesimo. Una scelta che avrà delle serie ripercussioni sulla psicologia dell’intero nucleo familiare, e che darà inizio a un lungo giro di giostra della follia. 

The Vvitch è un horror ben confezionato nella forma e nella sostanza, è un film dai tempi piuttosto dilatati, che però ci dà la possibilità di osservare gradualmente un lento e inesorabile disagio crescente. È anche un film di silenzi, allo scopo preciso di fare rimbombare la frustrazione psicologica di vivere in mezzo al nulla, con la spauracchio di satana dietro la porta. Il rapimento di un figlio sarà la miccia che farà saltare tutto l’Eden in aria. 

Nonostante il budget risicato, The Vvitch è un’opera ben curata, con una buona regia e un buon montaggio (anche sonoro), che con quel poco che possiede porta a casa un buon risultato. The Vvitch rientra in quella categoria di horror di nuova generazione ricco di metafore e allegorie. Che poi piaccia o meno è un altro discorso.