The Nun | Recensione

Cliché come se non ci fosse un domani, personaggi con uno spessore A4, jump scare citofonati e sfigatissimi, noia e imbarazzo. In altri termini: The Nun. Altro spin off della saga horror ideata da James Wan.

The Nun è cronologicamente ambientato anni prima rispetto ai fatti di The Conjuring 2 e racconta le origini della comparsa tra i vivi del demone Valak, e dei motivi per cui abbia assunto le sembianze di una suora. The Nun è interamente ambientato all’interno di un monastero di clausura nei pressi di uno sperduto paese della Romania, vagamente simile al suo alter ego di Fantozzi contro Dracula

Ricordate il primo The Conjuring? Un horror con tutti i cliché del caso, ma tecnicamente ineccepibile, con un ottimo lavoro di montaggio e fotografia che ha tecnicamente fatto il botto al box office, malgrado sia il classico horror della casa stregata. The Nun, insieme a Insidious (sempre di James Wan), ha il merito di aver dato vigore a un certo horror vecchio stampo ormai considerato anacronistico. Ciononostante il successo di The Conjuring ha permesso in seguito di mettere in cantiere un sequel e poi degli spin-off, in primis il capitolo sulla bambola demoniaca Annabelle. 

Ma come tutte le cose belle alla lunga prima o poi tutto diviene stantio, e infatti i primi campanelli d’allarme si erano già avvertiti con Annabelle, ma adesso con The Nun quest’impressione è diventata una certezza: qualcosa si è rotto e non funziona più.

Una notevole differenza con i precedenti capitoli della saga prodotta da James Wan riguarda l’assenza di quella tensione crescente che hanno fatto la fortuna di questa nuova rivisitazione dell’horror classico, dal momento che in The Nun fin dalla prima mezz’ora viene tutto svelato, anche in modo piuttosto esplicito e senza nemmeno crederci più di tanto, con l’amarezza fin dai primi istanti di aver pagato l’ingresso al cinema per qualcosa di già visto e rivisto più volte. Un po’ come perdere una giocata al calcio-scommesse dopo il primo risultato sbagliato. 

Altro elemento piuttosto stucchevole riguarda la presenza di personaggi secondari appiccicati con lo sputo solo per portare avanti un progetto nato senza grandi idee, e che rafforza l’idea che abbiano costruito tutto il film solo per fare un po’ di jump scare con una sola idea in testa. Idea che magari avrebbe potuto funzionare se solo non avessero lasciato tutti gli altri aspetti nel dimenticatoio.

The Nun manca di tutto l’amamentario necessario per avere almeno un horror degno del genere a cui appartiene. Dispiace, dato che l’horror è spesso uno dei generi più bistrattati, ma allo stesso il più creativo per bilanciare un budget quasi mai adeguato alle necessità. Spiace invece constatare che The Nun appartenga proprio a quella categoria di film che mandano tutto un genere in vacca allo scopo preciso di racimolare pochi spiccioli e sopratutto l’unica cosa che riesce a fare è ridicolizzare il lavoro precedente fatto da James Wan con The Conjuring.