Terror Train | Recensione

Il vecchio horror è uno dei generi cinematografici più interessanti da osservare con l’occhio di un cinefilo, poiché storicamente si limitavano al mercato di un pubblico di nicchia. Il budget di produzione non superava mai il prezzo di un affitto di un monolocale, e per realizzarli spesso si arrancava con i pochi mezzi a disposizione, mediamente con risultati discutibili. 
Oggi le circostanze sono completamente cambiate, l’horror è divenuto mainstream, è cool, si miscela con altri generi, anzi è divenuto l’ingrediente magico per alcuni recenti successi come Stranger Things e It.
Una sottocategoria dell’horror, la più divertente, è il cosiddetto slasher, che consiste in una serie di efferati omicidi all’arma bianca. Il tipico slasher possiede le sue regole e le sue simbologie: il viaggio, il luogo oscuro, il killer semi-immortale, il maschio alpha, lo scemo, la vergine, etc..
Archetipi che sono stati smontati da Quella casa nel Bosco,  tramite un’analisi metacinematografica critica nei confronti di un genere nel tempo divenuto una macchietta di sé stesso.
Malgrado tutto, alcuni di quegli horror B-movie hanno oltrepassato il limite della nicchia di riferimento per raggiungere le sponde più rassicuranti di un pubblico più vasto. 
In quel glorioso periodo nel quale gli slasher andavano di moda, c’è anche un semi-sconosciuto Terror Train, con protagonista una giovanissima Jamie Lee Curtis. Perché vi parlo proprio di questo film? Semplice, mi piacciono i treni.
Come si intuisce già dal titolo, la storia  è ambientata all’interno di un treno, sopra il quale una confraternita universitaria ha organizzato una festa in costume. Durante il viaggio i leader della confraternità sono presi di mira da un misterioso killer travestito nei più svariati modi. 
Terror Train non appartiene alla categoria degli horror rivoluzionari,  poiché è uno slasher vecchia maniera duro e puro, però personalmente è un’opera che ritengo abbia un suo motivo di esistere, con qualche colpo di scena non male per quei tempi. Inoltre l’ambientazione sul treno e la festa in maschera sono lo sfondo perfetto per uno slasher che vuol farsi notare.
Oltre la giovane Lee Curtis, nel cast è presente il mago David Copperfield, che contribuisce a rendere il film meno dimenticabile di quanto si possa immaginare. 
Girato nell’arco di un mese nei pressi di Montreal, Terror Train arrivò nelle sale con il divieto ai minori di 14 anni, sebbene non raggiunga gli eccessi di altri titoli suoi contemporanei. 
Terror Train non è di certo una pietra miliare del cinema, ma è indubbiamente un buon titolo consigliato a tutti gli appassionati dei cari e vecchi slasher.