Looper | Recensione

La storia dei viaggi nel tempo ha sempre appassionato un po’ tutti, sia perché a chiunque conoscere il pusher di Platone, e sia perché più presumibilmente dal punto di vista narrativo si intravedono praterie per dare spazio a qualsiasi creatività. Ad ogni modo abbiamo visto come i viaggi nel tempo sono protagonisti di alcuni dei più importanti libri di fantascienza firmati da scrittori quali H.G. Wells, Asimov e Philip K. Dick.

La fantascienza di Hollywood ci ha regalato alcuni dei film più belli della storia del cinema: basti pensare a titoli come Blade Runner, Alien, Odissea 2001 nello Spazio, Solaris. Ma riguardo il tema specifico dei viaggi del tempo non c’è stata alcunché rilevante produzione degna di nota, fatta qualche eccezione. Tra i quali troviamo Looper, un film del 2012 diretto da Rian Johnson, conosciuto solo recentemente ai più per la regia dell’ottavo capitolo di Star Wars, e già sotto contratto per la prossima trilogia della saga degli Jedi.

I Loopers sono dei sicari con il compito di uccidere a sangue freddo dei prigionieri inviati dal futuro verso il presente per conto di alcune grosse organizzazioni criminali, questo accade giacché nel futuro è impossibile uccidere un uomo a causa degli obbligatori chip di riconoscimento. A tal motivo la macchina del tempo viene utilizzata dai criminali come strumento per far sparire definitivamente le tracce delle loro vittime.

Ma nel futuro viaggiare nel tempo è considerato dalle autorità un reato gravissimo, e a tal proposito le organizzazioni criminali per proteggersi da qualsiasi prova concedono ai loopers solo trent’anni di vita a partire dal loro ultimo omicidio, che consiste in un esecuzione del proprio sé del futuro. Tutto chiaro no?

La storia narra le vicende di Joe, un looper che al momento di uccidere il suo sé stesso del futuro viene preso alla sprovvista da quest’ultimo, che successivamente si scopre esser tornato di sua spontanea volontà allo scopo di cambiare il corso degli eventi.

Insomma la sceneggiatura di Looper contiene molta carne al fuoco. Il ritmo scorre molte bene fino all’ultimo colpo di scena. Forse gli manca quel quid registico per renderlo un film memorabile, ma nonostante tutto il film ebbe all’epoca della sua uscita un buon successo di critica e pubblico, senza troppi entusiasmi e gente che urlava al miracolo. D’altronde la storia ci ricorda che non sempre i bei film siano sempre apprezzati da tutti, Blade Runner docet.

Non si può parlare di flop con 180 milioni di dollari d’incasso, però a mio parere avrebbe meritato di più.

Uno dei suoi punti favore è l’ottima l’interpretazione dei due attori protagonisti: Joseph Gordon-Levitt nei panni di Joe da giovane e Bruce Willis nella sua controparte anziana. Anzi ad essere sinceri probabilmente è stata l’ultima volta che ho visto il caro ex-John McClane in un film decente (il cameo in Split non vale).

Per concludere diciamo che Looper è un film assolutamente consigliato a tutti gli appassionati di Fanta-thriller. Adesso rimane solo un grosso problema, come risolviamo il paradosso del nonno?