Kastriota | Recensione

 

Si può fare cinema di genere in Italia? Se osserviamo la parabola dell’offerta cinematografica degli ultimi decenni i risultati sono piuttosto deludenti, con un panorama appiattito da commedie e film drammatici di dubbia qualità, eccetto per alcune produzioni uscite negli ultimi anni, che però si contano con le dita di una mano.

Ma se paragoniamo il nostro cinema con quello più vicino a noi come quello francese o spagnolo, appare sempre più evidente che forse in realtà in Italia quello che manca è la voglia di rischiare di buttarsi in progetti più audaci, come se ci fossimo rassegnati solo a realizzare film più adatti al festival del caviale (o del carciofo).

Eppure c’è chi, nonostante tutto, tenta di realizzare qualcosa di diverso, di più audace, e questo è il caso di Steven Renso con il suo ultimo progetto: Kastriota, un cortometraggio nel quale vengono raccontate le gesta del giovane Gjergj Kastriota Scanderbeu, un importante personaggio storico del popolo albanese.

Renso ha la passione per il cinema, e si nota ad ogni inquadratura. La struttura narrativa è raccontata con cognizione di causa, con molti flashback per approfondire certe sfumature che alla fine riescono nell’intenzione di arricchire la trama principale.

Ma non è solo la regia quella che colpisce lo spettatore, perché anche nei dettagli si comprende il valore di un’opera come Kastriota. Difatti la fotografia riesce nell’intento di dare quella sensazione di non trovarsi di fronte al solito lavoro approssimativo, ma anzi al contrario di trovarsi a guardare qualcosa di tecnicamente professionale, realizzato con la passione di chi ama veramente il cinema.

Kastriota chiede allo spettatore di leggere sopra le righe il messaggio intrinseco che porta sulle sue spalle, un messaggio di orgoglio delle proprie origini e di speranza per un futuro migliore.

Kastriota è l’esempio perfetto che con buona volontà, passione ed impegno, si può fare un prodotto di ottima fattura. Le buone intenzioni ci sono tutte, e già solo per tale motivo merita almeno una visione, che io consiglio caldamente. IlCinemista promuove il cinema di genere, e per quanto è possibile cerca di dare una mano a chi sogna un altro tipo di cinema nostrano.

A tal proposito abbiamo intervistato Steven Renso per conoscere meglio cosa c’è dietro un progetto come Kastriota.

Ciao Steven, allora, partiamo dall’inizio: da dove è partita l’idea di realizzare un corto che racconta le vicissitudini di uno dei più importanti eroi del popolo albanese? 

Tutto è nato quando sono andato per la prima volta in Albania. Durante il mio viaggio vedevo ovunque il volto di quest’uomo, imponente, fiero, orgoglioso, e mi chiedevo “ma chi sarà mai da essere ovunque?”. Da li chiesi informazioni alla famiglia della mia compagna, venendo a conoscenza di Gjergj KASTRIOTA Scanderbeo. Ne fui subito attratto. Una storia incredibile di cui mi stupisco se ne parli così poco, dato che la storia del loro eroe è un po’ anche la nostra, che ricopre un ruolo molto importante anche nella storia dell’Europa. Mi sono detto: devo girare io il film su di lui. Ovviamente sappiamo come funziona il cinema indipendente, soprattutto in Italia, ma l’idea di buttarmi in un avventura così avvincente andava oltre ogni problema, economico e logistico. Ero così pieno d’entusiasmo che riuscii a convincere tutte le persone, professionisti del settore, a imbarcarsi in questa folle ma avvincente avventura.

Cosa ti ha entusiasmato principalmente del progetto? E qual è il messaggio intrinseco che ci vuol trasmettere il tuo cortometraggio?

Il mio entusiasmo era, ed è, motivato da un forte spirito di valori che, con la storia di Kastriota, vorrei poter lanciare: un uomo che riscopre il suo passato e che è disposto a tutto pur di salvare il proprio popolo. Valori che si stanno dimenticando a poco a poco nella nostra civiltà e che sarebbe meglio ricordare.

Realizzare un’opera di stampo storico è sempre un po’ più impegnativo rispetto ad altri generi, in questo caso che tipo di difficoltà hai riscontrato durante le riprese?

Le difficoltà sono state molte. In primis nella location. Sia chiaro, Dossena è stata e spero sarà nuovamente, una location meravigliosa. Una natura incontaminata ricca di un atmosfera unica. Peccato però che in Dicembre tocca punte di -12 gradi e girare a piedi per i boschi con attrezzatura e costumi annessi non è stato semplice. Dobbiamo anche dire che il budget limitatissimo non è stato completamente d’aiuto per i costumi che, seppur la volontà e la loro bellezza estetica, non sono totalmente fedeli a quelli storici originali. Ma dopotutto è un opera autoriale, e ci siamo concessi qualche libertà. Tutte queste sfide sono state comunque superata dalla voglia di voler lanciare i messaggi prima citati, e far scoprire la storia di un vero grande eroe.

Kastriota è un corto di genere, come se ne vedono pochi in Italia. Al di là di alcuni casi sporadici, come Gomorra o Lo Chiamavano Jeeg Robot D’Acciao, secondo te è possibile che in Italia prima o poi ritorni una passione per il cinema di genere com’era di moda negli anni ’70?

Sono dell’idea che ogni cosa ha un inizio, come una fine. Credo la cinematografia è andata un po’ a perdere nei contenuti in tutto il mondo, specialmente nel nostro bel paese che ha saputo regalare e insegnare molto al cinema (in special modo Americano). Certo il nostro cinema riesce ancora a regalarci grandi emozioni, seppur di meno. Gli esempi sopra citati sono ottimi, senza dimenticarci piccole perle come “Veloce come il vento”, e il film (ormai di anni fa) Il Divo. Diciamo che, fatta eccezione di questi casi, meravigliosi ma sporadici, anche quei film che meriterebbero successo in Italia passano in sordina, o per una questione appunto di ignoranza (dove si pensa che nessuno è più in grado di fare cinema di genere) o perché il cinema indipendente viene ancora visto dai tanti come un “lavoro fatto tra amici senza un soldo”, quando è quello che regala le opere più originali. Ma credo che quest’era “frivola” (possiamo definirla così?) sta giungendo al termine e se ne aprirà “presto” una nuova intrisa di nuovi contenuti e innovazione. Speriamo anche noi, col nostro lavoro, di farne parte.

Kastriota è un progetto ambizioso, è solo l’inizio di una lunga serie o hai in mente altri tipi di progetti?

Abbiamo molti progetti imminenti, ma lasciamo che siano i fatti a parlare per noi.

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La sinossi di Kastriota:

Balcani 1443

Dopo una serie di imprese militari portate a termine brillantemente nell’interesse dei turchi, la fama del giovane Kastriota (Rimi Beqiri) giunse in Albania e si iniziò a sperare in un suo ritorno in patria, la casa da cui è stato sottratto da piccolo.
Quando il sultano Murad II (Mario Diodati) da l’incarico all’eroe di affrontare János Hunyadi, per riprendersi la Serbia, questi dovrà affrontare un viaggio per ritrovare se stesso e scegliere da che parte stare, seguito da uno strano e misterioso vecchio (Davide Gambarini).

Il valore delle origini, dei proprio ideali, che non devono essere soffocati da una tirannia, politica o religiosa che sia. Il ritorno alle origini.