Giochi di Morte | Recensione

Negli anni ’80 il futuro era immaginato come una pattumiera radioattiva simil Mad Max, negli ambienti artistici vi era questa certezza, un’apocalisse che ci avrebbe investito da lì a poco. Un mood pessimistico probabilmente dovuto a quell’atmosfera natalizia da guerra fredda, nondimeno non è da escludere che le droghe pesanti che circolavano in quel periodo non abbiano dato i loro effetti collaterali.

Tuttavia potremmo anche ipotizzare l’economicità di una scenografia minimale per progetti low cost, come per esempio costruire una baraccopoli in qualche area semi-deserta del pianeta. Comunque sia bene così, il genere post-atomico spacca tutto, anche in pellicole semi-sconosciute per nicchie cinefile, come nel caso di Giochi di Morte, sci-fi dell’89, periodo del tramonto di qualsiasi cyberpunk post-post. Un film diretto da un certo David Webb People, al suo primo e unico lungometraggio, ma già sceneggiatore di titoli quali Blade Runner e L’Esercito delle 12 Scimmie. Insomma, non un un Pinco Pallino qualsiasi.

Giochi di Morte recensione

La storia di Giochi di Morte ruota attorno ai membri di una squadra di Juggers che girovagano in cerca di sfide, per così dire, “sportive”, per guadagnarsi la pagnotta. I match consistono in scontri a squadre piuttosto violenti nel quale vince chi per primo infilza il teschio di un cane nel palo avversario (sì lo so, è terribile). Il gioco ricorda vagamente il vecchio Speedball per Amiga, una specie di football americano ove gli atleti si prendono letteralmente a mazzate.

Fin da subito The Blood of Heroes possiede l’onestà intellettuale di non candidarsi come un’opera dalle grandi ambizioni, e d’altronde non può essere diversamente dato il budget esiguo, tuttavia a tratti coinvolge e avvince grazie un buon ritmo narrativo che rende il massimo in particolare con alcuni momenti epici durante i violenti match all’ultimo sangue. Inoltre possiede una buona messa in scena, soprattutto per quanto concerne la città sotterranea, funzionale e suggestiva. 

Giochi di Morte recensione

Malgrado Giochi di Morte abbia una trama piuttosto sottile, non si può definire scontata e circoscritta nella classica dicotomia tra buoni e cattivi, dal momento che vi è da parte di tutti solo la rassegnazione di un mondo ormai spacciato che non ha più nulla da offrire.

Una menzione speciale al cast, a partire da Rutger Hauer, che nonostante tutto rimane pur sempre uno degli attori più carismatici degli ultimi decenni, tanto che potrebbe anche interpretare un frigo bar e convincere più di un Leonardo Di Caprio qualsiasi. Nel cast vi è anche il mitico Palla di Lardo di Full Metal Jacket e Joan Chen, la cinese di Twin Peaks (così è più facile da ricordare). 

Giochi di Morte è vivamente consigliato agli appassionati di cinema underground e sci-fi post-nucleare, una piccola chicca low budget suggestiva quanto basta. Oltretutto è anche una riflessione su ciò che potrebbe aspettarci dopo esser sopravvissuti una guerra nucleare, ovvero di dover iniziare a impalare animali come passa tempo.