Explorers | Recensione

Explorers

Explorers

Per chi ha superato i trentanni gli anni ’80 rappresentano un periodo speciale, perché legato a un decennio molto importante per il cinema di fantascienza pop. Pellicole divenute col tempo dei cult generazionali, tra i quali vi sono non pochi film dedicati a un pubblico di giovani e giovanissimi. Fantascienza per teenager in cui ragazzini e adolescenti si trovano in circostanze del tutto anormali.
I Goonies è stato, ed è ancora, indubbiamente il film più iconico di quegli anni, e non sorprende che dietro ci sia la figura di Steven Spielberg. Ma sarebbe ingiusto dimenticare anche altri titoli dello stesso filone, e di notevole interesse, come ad esempio Explorers. Film diretto da Joe Dante, e cineasta di culto già conosciuto alle cronache per aver realizzato I Gremlins, altro grande must dell’epoca. 

Explorers

I protagonisti di Explors sono i giovanissimi Ethan Hawke, River Phoenix, Jason Preston, e Amanda Peterson. Il primo continua a tutt’oggi la sua carriera di attore hollywoodiano, e con ottime interpretazioni.

River Phoenix invece morì tragicamente a causa di un miscuglio di alcol e varie sostanze proibite durante un festino. Un evento che in quegli anni ebbe un altissimo clamore mediatico, giacché Phoenix veniva considerato il bravo ragazzo della porta accanto, oltre che una giovane promessa di Hollywood.

Explorers

Explorers è prevalentemente un film di fantascienza con i canoni dell’epoca di un film per teenager, in cui tre normali ragazzi appartenenti alla working class americana si ritrovano tra le mani una grande scoperta, anzi, LA SCOPERTA: Il primo contatto con gli extraterrestri.

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La prima parte è quella più riuscita, in cui veniamo coinvolti insieme ai ragazzini nell’attesa di incontrare gli omini verdi. Inoltre, se visto a una certa età, si viene catturati emotivamente insieme a loro nella costruzione del veicolo spaziale, che per un ragazzino dei tempi era il sogno più bello e immaginabile. 

Tuttavia spiace però che il buon inizio non sia seguito da una seconda parte altrettanto suggestiva. Le grandi aspettative alla fine si scontrano con il deludente incontro con gli extraterrestri. Alieni che hanno le sembianze di pupazzi che salutano come uno scemo, però più cretini. Tra l’altro sono due alienetti scappati di casa. Bah. 

Insomma  scelte creative e stilistiche che ne inficiano tutto il resto in maniera irreversibile. Spiace perché la partenza è una bomba da teenager anni ’80. 

Explorers

Che schifo

Ciononostante, la nostalgia è forte e non si scrolla di dosso facilmente, e dunque a Explorers gli perdoniamo un po’ di sue ingenuità. D’altronde non partiva nemmeno con chissà quale pretesa di elevarsi a capolavoro della settimana arte. Ma in particolare lo perdoniamo perché in fondo tutti noi abbiamo sognato almeno una volta nella vita di diventare un explorer, anche al costo di incontrare Topolino su Marte.